mercoledì 04 ottobre 2023 ore 21 – sala Fondazione Gottarelli – “ Ceppo e mannaia” ... > leggi di più  domenica 22 ottobre 2023 GITA CULTURALE A PARMA
Viaggiando insieme – meravigliosa gita culturale a ... > leggi di più
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Attività
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“in un solo sguardo”Incontri in Fondazione…
“Emozioni in musica”
  Concerto con Antonella Nuti e Loris Ceroni
La Fondazione Gottarelli riprende dopo la pausa estiva con il primo appuntamento in programma sabato 9 settembre 2023 alle ore 21 nel Parco Verziere delle Monache, Via Caterina Sforza 5 ad Imola, dal titolo “Emozioni in musica” con il duo Antonella Nuti, voce, e Loris Ceroni bassista. Verrà proposto un viaggio musicale che darà vita ad un concerto dal repertorio piacevole ed interessante. Una serata musicale dai grandi successi italiani degli anni 60 fino ai giorni nostri.
ANTONELLA NUTI - una carriera partita dal piano bar fino a diventare la cantante della 'storia di Romagna' ma non solo: ha all'attivo varie incisioni soliste (genere pop) nonché appare come corista in molte delle produzioni del marito Loris Ceroni.
LORIS CERONI - figlio d’arte del maestro Leo Ceroni, Loris nasce nel 1955 e viene cresciuto a pane e musica. Studia il piano classico per 8 anni a Imola e si iscrive in seguito al conservatorio Giacomo Rossini (Pesaro) come studente di contrabbasso. In soli 4 anni ottiene il diploma con lode, vincendo anche un prestigioso concorso al Maggio Fiorentino. Inizia in seguito a lavorare come bassista turnista di musica leggera in vari studi di registrazione, incidendo per Mina, Al Bano e Romina Power e tanti altri. Da qui l’aggancio per iniziare l’avventura dei tour mondiali con Gianni Togni, Angelo Branduardi e Miguel Bosé. Parallelamente inizia a dedicarsi al mondo del recording con lo scopo di incidere il proprio materiale e i brani del padre. Durante il periodo passato in tour con Miguel Bosé, riesce a farsi introdurre da quest’ultimo nel mondo della produzione discografica latino-americana e da qui inizia la sua carriera come produttore musicale.
Ceppo e mannaia
  Conversazione con Gianfranco Miro Gori e Massimo Ortalli
L’appuntamento di mercoledì 4 ottobre ore 21, nella Sala Fondazione Gottarelli, Via C. Sforza 13 ad Imola, ha per titolo: “Ceppo e mannaia”, conversazione con Gianfranco Miro Gori sul suo recente libro. L’autore del libro sarà accompagnato dall’illustre collega, dr. Massimo Ortalli, Presidente dell’Archivio Storico della Federazione Anarchica Italiana.
Il libro di Gianfranco Miro Gori, Ceppo e mannaia – titolo che riproduce un motto di saluto degli anarchici romagnoli negli anni Settanta dell'Ottocento – racconta le storie di tredici anarchici romagnoli. Alcuni molto noti, come Andrea Costa e Amilcare Cipriani, altri giustamente riesumati dall'oblio come Pietro Cesare Ceccarelli e Carlo Valdinoci, tracciando allo stesso tempo un ritratto del movimento anarchico italiano del quale i romagnoli furono, all'origine, e non solo, grandi protagonisti.
Una delle tredici biografie è dedicata all'imolese Andrea Costa, uno dei più importanti, se non il più importante protagonista dell'anarchia italiana nel suo periodo aurorale. Costa partecipa giovanissimo (era nato nel 1851) col ruolo di segretario al primo congresso dell'internazionale italiana che si tiene a Rimini nell'agosto del 1872 nel segno dell'anarchia. In seguito, è presente con ruoli di rilievo a quasi tutti gli appuntamenti del movimento bakunista in Italia e in Europa. Fino alla famosa lettera dell'agosto 1879 agli “amici di Romagna”, in cui annuncia, provocando furibonde polemiche, la sua adesione, per così dire, alla via parlamentare, pur mantenendo come scopo finale della sua prassi l'anarchia.
Ma non si tratta solo del grande Andrea Costa. Il movimento anarchico a Imola è ampio e solido, tant'è vero che nelle due principali rivolte tentate tra il 1874 (Bologna) e il 1877 (Matese), gli imolesi sono presenti in gran numero.
Nel primo caso gli insorti bolognesi, guidati dallo stesso Bakunin, contano sul sostegno di due colonne, una delle quali parte da Imola, forte di 150 uomini guidati da Antonio Cornacchia, detto Bavaresa.
Nel secondo caso, che vede alla fine entrare in campagna meno di trenta uomini, predominante è la quota degli imolesi. Eccone il catalogo col quasi immancabile soprannome in dialetto: Giuseppe Bennati, detto Mezdé, 37 anni, stuccatore; Luigi Castellazzi, detto Zuda, 31 anni, calzolaio; Ugo Conti, detto Flema, 25 anni, macellaio; Antonio Cornacchia, detto Bavaresa, 41 anni, muratore; Sante Celoni, scalpellino; Francesco Ginnasi, 18 anni, studente, figlio del conte Ginnasi; Luigi Poggi, detto Titon, 31 anni, muratore; Domenico Poggi, detto Sbuzema, 24 anni, muratore, fratello del precedente. Un altro imolese, Pietro Gagliardi, calzolaio, viene arrestato prima del moto.
Ingresso libero.
Domenica 22 ottobre - GITA A PARMA
  Per ammirare le opere di CORREGGIO e visitare la mostra degli impressionisti “DEGAS e i suoi amici”
CORREGGIO - Antonio Allegri nacque alla fine del ‘400 vicino a Reggio Emilia, a Correggio, un paese che gli rimase cucito addosso per sempre. Quando il mondo dell’arte lo accolse, lo ribattezzò semplicemente come Il Correggio ed è con questo nome che divenne uno dei pittori più celebri del suo tempo – e oltre il tempo.
La sua pittura viene considerata rivoluzionaria per molteplici aspetti, che l’hanno resa uno dei primissimi ponti di congiunzione tra arte rinascimentale e barocca. Parma fu una tappa importantissima per Allegri, in quanto, qui trovò modo di affermarsi come artista indipendente e d’avanguardia.
Quello che vi proponiamo è un itinerario all’insegna dell’arte, attorno ad alcune delle più belle opere del Correggio, che ancora oggi sono il fiore all’occhiello della città emiliana.<
“EDGAR DEGAS e i suoi amici” : la mostra che si trova presso il Palazzo della Rosa Prati è un percorso trasversale che dà la possibilità di conoscere da vicino il lavoro, lo studio, il metodo personale di uno degli artisti più celebri, vissuto tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo. All’interno della mostra, un ruolo di rilievo è affidato al nucleo di opere di quegli artisti contemporanei all’artista come Morisot, De Nittis, Cassat, Moreau, Renoir, Raffaelli, Manet, Lepic, Guillaumin, Forain, Desboutin e Boldini.
PROGRAMMA:
Partenza : Via Aspromonte - ore 7.00
Nella mattinata: arrivo a Parma. Visita guidata alla Cattedrale, Battistero e Chiesa San Giovanni Evangelista per ammirare le opere di Antonio Allegri detto il CORREGGIO.
Pranzo in ristorante tipico
Nel pomeriggio : dopo la pausa pranzo si prosegue con la visita guidata alla straordinaria mostra degli impressionisti “EDGAR DEGAS e i suoi amici” presso il Palazzo della Rosa Prati. Un percorso trasversale che dà la possibilità di conoscere da vicino il lavoro, lo studio, il metodo personale di uno degli artisti più celebri, vissuto tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo. All’interno della mostra, un ruolo di rilievo è affidato al nucleo di opere di quegli artisti contemporanei all’artista come Morisot, De Nittis, Cassat, Moreau, Renoir, Raffaelli, Manet, Lepic, Guillaumin, Forain, Desboutin e Boldini.
Al termine delle visite rientro ad Imola con arrivo previsto in serata.
Chi fosse interessato alla gita è invitato a prenotare entro e non oltre il 5 ottobre 2023.
La quota di euro 98 a persona comprende: pullman A/R, ingresso prenotato e visite guidate come indicato da programma, guida turistica, pranzo in ristorante, assicurazione, assistenza.
Acconto all’iscrizione : euro 50 a persona con saldo entro il 15 ottobre 2023.
Accompagnatori culturali : Prof. Pietro Lendini e Dott. Matteo Bacci
Prenotazione da subito fino a esaurimento dei posti.
Per informazioni tel. 0542.24487; 339.4767555; 347.9441499
e-mail: info@fondazionetoninogottarelli.com
Giulia, Enrichetta, Teresa e ...: le donne di Alessandro Manzoni
  Conversazione per immagini con Fabrizia Fiumi
L’appuntamento di mercoledì 15 novembre ore 21, nella Sala Fondazione Gottarelli, Via C. Sforza 13 ad Imola, ha per titolo: “Giulia, Enrichetta, Teresa e ...: le donne di Alessandro Manzoni”, conversazione per immagini con la prof.ssa Fabrizia Fiumi.
A 150 anni dalla morte di Alessandro Manzoni una incursione con immagini nella vita dell'autore dei Promessi Sposi. Da Milano a Parigi, a Firenze don Lisander visse una lunga vita tra Settecento e Ottocento in una casa popolata da donne che stasera vogliamo conoscere meglio.
Alessandro Francesco Tommaso Manzoni, noto semplicemente come Alessandro Manzoni, nasce a Milano il 7 marzo 1785, figlio di Giulia Beccaria e di Giovanni Verri.
Fra i suoi genitori, però, intercorre una relazione extraconiugale, che porta quindi il marito di Giulia Beccaria a riconoscere il bambino come proprio per evitare scandali: parliamo di Pietro Manzoni, esponente di una nobile casata di Lecco, che per questo trasmetterà al figlio gli appellativi di don Alessandro, don Lisander e Signore di Moncucco.
Fra Manzoni e sua moglie, inoltre, non scorre buon sangue, al punto che presto i due si separano e la madre si trasferisce a Parigi, mentre Alessandro dal 1791 studia presso il collegio dei padri Somaschi a Merate, per poi essere ammesso nel 1796 presso quello dei padri Barnabiti. Sono anni di formazione rigida e severa, che lo portano a proclamarsi ateo ma che intanto lo fanno entrare in contatto con le grandi personalità della cultura milanese, da Vincenzo Monti a Giuseppe Parini.
Nel 1805, Alessandro Manzoni si trasferisce in Francia, dove la madre vive con il nuovo compagno, Carlo Imbonati, anche se quest’ultimo muore prima che arrivi il giovane e porta Giulia Beccaria a stringere un legame solido e duraturo con il figlio all’indomani del lutto.
Nella capitale francese Alessandro Manzoni viene inoltre presentato all’élite intellettuale e tre anni dopo sposa con rito calvinista Enrichetta Blondel (con cui avrà dieci figli, otto dei quali morti fra il 1811 e il 1873). Già nel 1810, comunque, la coppia si converte alla corrente cattolica del giansenismo, e nel 1820 si ritrasferisce stabilmente a Milano.
Qui Alessandro Manzoni, che nel frattempo comincia a soffrire di depressione, attacchi di panico e agorafobia, cerca di superare i primi lutti familiari dedicandosi alle sue principali opere in prosa e a un’attenta riflessione sulla storiografia e sulla lingua italiana, anche se di lì a poco i suoi sforzi vengono messi alla prova dalla morte della moglie nel 1833. Dovranno passare quattro anni prima che l’autore si risposi, unendosi stavolta a Teresa Borri e trasferendosi successivamente con lei in Toscana dal 1852 al 1856.
Gli anni Cinquanta preludono a un periodo di grandi cambiamenti personali e collettivi, che portano Alessandro Manzoni a ricevere i primi riconoscimenti per il romanzo I promessi sposi e ad essere nominato Senatore del nascente Regno d’Italia nel 1860. Sfortunatamente, tuttavia, anche la sua seconda moglie si spegne un anno dopo, e non saprà mai dell’incarico affidato al marito presso la Commissione per l’unificazione della lingua, a cui sei anni dopo Manzoni presenterà la relazione Dell’unità della lingua e dei mezzi per diffonderla.
Il 6 gennaio 1873, sbattendo la testa all’uscita della chiesa di San Fedele, nella città ambrosiana, Alessandro Manzoni si procura un trauma cranico che fa peggiorare rapidamente le sue condizioni di salute, finché una meningite non lo porta a spegnersi il 22 maggio successivo. Al suo funerale, celebrato in pompa magna, partecipano le più alte cariche dello Stato e decine di intellettuali, mentre nel primo anniversario della sua morte il compositore Giuseppe Verdi dirige una Messa da Requiem composta in suo onore nella chiesa milanese di San Marco.
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